Io da 4 anni vado a cavallo con ANFFAS ONLUS MODENA ,mi piacerebbe spiegarvi, non in modo tecnico ma dal punto di vista di un disabile, perché è importante l’attività equestre per un disabile, per fare questo voglio raccontarvi come si svolge
come spesso accade l’attività non inizia nel momento in cui vai sul cavallo, ma un po’ prima, ovvero nella sellatura e montatura sopra. Questo viene fatto solitamente dagli istruttori, ma molte volte si fanno aiutare dai ragazzi, questo perché conoscere il cavallo anche nel curare il suo corpo fa avere una maggiore interazione con l’animale. Questi animali solitamente sono molto mansueti, perché sono anziani e invece di mandare al macello, vengano addestrati per uso terapeutico e destinati alle varie associazioni. Inoltre sono animali che tendenzialmente non hanno mai fatto gare , ma sono usati per usi privati, questo perché il cavallo che fa sport viene alimentato anche con erbe che inducono a prestazioni maggiori.
Dopo la preparazione e sellatura, c’è la parte più difficile, ovvero quando un ragazzo monta sul cavallo, qui mi voglio soffermare un attimo: per una persona che sta sempre in una stessa posizione, fare un cambiamento così forte, comporta uno sfasamento totale dell’equilibrio sia fisco che emotivo, ecco questo è lo scopo del cavallo, in una vita spesso dettata da consuetudini quotidiane (non da denigrare) il cavallo è una rottura di questo ritmo, perché è vivo e ha emozioni come un essere umano, ma non ha un ego e un super-ego che controllano gli istinti primitivi, quindi è puro istinto, è lì il bello.
Una volta salito sul cavallo c’è la fase di adattamento con il suo corpo ma anche con il tuo che ha assunto una nuova posizione, per questo la figura del fisioterapista è importante, perché ti aiuta a trovare l’equilibrio, infatti anche la lunghezza delle staffe è importante, perché se sono troppo corte o troppo lunghe può scompensare il modo di essere precisi nel dare ordini al cavallo. Dopo pochi minuti i muscoli si distendono e inizia il vero piacere di cavalcare
Le attività che si fanno sul cavallo sono tante, quella più difficile paradossalmente è stare fermi, soprattutto mentre mangia, perché se quando il cavallo passeggia il suo ondulare ti tiene in equilibrio, quando mangia sei tu che devi rimanere in equilibrio, poi chiaramente il terapista e gli istruttori ti danno un aiuto, inoltre è anche difficile tirare via l’equino mentre rumina, perché il stomaco non è mai pieno! Anche nell’ippoterapia c’è una parte più prestazionale, anche noi facciamo ostacoli, birilli, barriere, gli istruttori inventano anche dei percorsi con delle tappe, in più quando il tempo permette viene fatto tutto in aria aperta che per noi disabili abituati a essere prevalentemente in locali chiusi, è davvero una boccata di ossigeno!
Insomma il cavallo non è solo terapia, ma anche armonia con noi stessi e gli altri .