Un luogo di aggregazione dove mi sono sempre trovato bene è la parrocchia. In parrocchia si fa amicizia, amicizia vera.
Frequento da un po’ il gruppo parrocchiale di S.Caterina, seguito da don Paolo Notari e da don Sergio Mantovani. In questa parrocchia si fanno un sacco di cose: dall’incontro fisso con il gruppo “Noi per voi”, nel quale si fanno attività di cucito, ricamo, maglia e uncinetto, e i cui prodotti finali vengono venduti nei vari banchetti in occasione di festività e il ricavato va alle attività della parrocchia a sostegno dei più bisognosi.
Poi, solo per citarne alcune, ci sono le attività di distribuzione delle sporte alimentari alle persone che versano in condizioni di difficoltà economica, l’incontro con la Parola di Dio il mercoledì sera, ecc ecc
Una delle attività che facciamo noi del gruppo giovani è quella di partecipare ai Martedì del Vescovo, momenti in cui il nostro Vescovo incontra i giovani e si parla insieme delle tematiche della vita.
Il primo incontro a cui ho assistito è stato molto forte: la testimonianza di una famiglia che ha vissuto al suo interno un’esperienza di grave malattia che mi ha particolarmente colpito, oltre che per la tematica affrontata, per la concretezza del racconto, esposto in modo diretto e pratico.
È davvero bello che una figura di riferimento per la comunità quale è il Vescovo si confronti in modo così diretto e immediato con i giovani, perché essere giovani non è semplice e sapere di potersi rapportare con una buona guida è fondamentale.
In parrocchia poi ci si diverte un mondo! Vi vorrei raccontare la gita a cui ho partecipato lo scorso 30 dicembre, a Bologna. Siamo partiti alle 9 del mattino, con un freddo che a Bologna mi aspettavo i pinguini! Arrivati a destinazione siamo andati a fare un giro per Strada Maggiore, a fare shopping, poi verso mezzogiorno siamo andati a mangiare in un convento, abbiamo avuto un incontro di un’oretta con il frate del convento che ci ha mostrato il luogo che ci ospitava, abbiamo visitato una bellissima chiesa sui colli bolognesi, poi siamo venuti a casa.
Quello a cui appartengo è un gruppo molto variegato, ci sono persone dai 20 ai 30 anni, ed è molto interessante questo aspetto perché c’è un micro scambio generazionale e chi ha un’età maggiore può dare consigli a chi è più giovane. Un gran bel gruppo, autentico, dove lo star insieme è gioia.