I disabili, almeno per come ho inteso io questo mondo, hanno bisogno di una figura di riferimento. Molti hanno l’operatore simpatico del centro disabili, altri come me, hanno una persona per un paio di ore a settimana (varia a seconda dell’esigenza) con cui andare in giro, sbrigare alcune faccende di ordinaria amministrazione e passare qualche ora insieme.
Con l’accompagnatore hai delle ore da stare in compagnia in cui si possono fare delle attività. Proprio perché questo rapporto non ha intermediari, non possiamo configurarlo come intervento educativo, ma un modo per stare semplicemente in compagnia con un amico.
È 5 anni che il Comune di Modena mi ha dato un assegno di sostegno (viene dato la copertura 100% delle spese sostenute, il procedimento è questo: in base a ISEE, si fa richiesta all’assistente sociale di riferimento, la quale se ritiene che l’intervento possa giovare al ragazzo, procede ad attivare il rapporto).
Questa cosa sembra puramente contabile, ma nel rapporto interpersonale è fondamentale sapere che nessuno dei due perde qualcosa, ma entrambe le parti “guadagnano”: l’accompagnatore prende un po’ di soldini ma non grava sulle finanze del ragazzo che sta in compagnia.
Oggi vi presento il mio accompagnatore: si chiama Alessandro, ha 24 anni, studente di Architettura. La cosa che mi piace di lui è che in ogni suo comportamento trasmette un messaggio di affetto amicale.
Alla mia domanda scherzosa “Cosa ti è venuto in mente quel giorno che hai accettato questo lavoro? Avevi bevuto?” lui mi ha risposto: “ci siamo subito trovati bene, ero insicuro poi conoscendoti è stato facile e naturale rapportarsi”.
Con Alessandro facciamo tante cose, tutte finalizzate allo stare bene vicendevolmente: una delle attività che facciamo più spesso è andare in piscina.
Ma non c’è solo la piscina, vi voglio fare un altro esempio: il 18 marzo 2015 ore 21 faccio la festa della inaugurazione della mia attività informatica alla parrocchia di S. Caterina. Voi immaginate quante cose bisogna preparare! Grazie ad Alessandro posso fare tutti i giri che voglio senza gravare sui miei genitori.
Tutti e due abbiamo molti impegni e entrambi abbiamo l’università: una delle difficoltà maggiori, come afferma anche Alessandro, è quella di “pianificare gli orari e conciliare tutti gli impegni”.
Nel rapporto con ogni amico, come è Alessandro, credo condividere momenti difficili sia una cosa che aiuta a crescere, ovviamente non si può ogni giorno parlare delle proprie difficoltà, ma alla fine credo che non si può volere un rapporto sincero unilaterale, ci si deve metter in gioco . Alla mia domanda “secondo me tu Alle sei uno dei pochi se non l’unico che ho incontrato che in questo lavoro appari prima di tutto come amico, come ci sei riuscito ?”, lui risponde: “ho imparato sul campo e tutto è venuto da sè. Sono molto contento di fare questa esperienza”.
Insomma il mio invito è quello di informarvi presso il Comune per attivare questo servizio, che cambia la vita!