un momento che ricordo sempre con piacere è quello della scuola, ho potuto imparare ma soprattutto divertirmi tanto, credo che sarebbe importante che tutti i ragazzi avessero questa opportunità, purtroppo sono a conoscenza di storie non rosee, vi racconto la mia
io ho avuto modo di imparare a conoscere e capire le persone proprio a scuola, perché capitava molto spesso di assistere a colloqui tra educatori e ho capito un po’ come fare a capire gli altri. penso che l’insegnamento più grande che la scuola può dare sono le regole. purtroppo in un mondo dove scarseggia la capacita di condivisione, la scuola è un ottimo banco di prova perché ti mette a contatto con molteplici realtà come professori, i sopracitati educatori, compagni di classe, bidelli ecc. e ognuna di esse ha una specifica, quindi impari anche a confrontarti con gli altri. senza dubbio ci sono anche delle pecche. per esempio io vedevo ragazzi che purtroppo obbiettivamente non avevano delle capacita cognitive in grado di capire cose tecniche costretti a stare in aula curricolare o in un aula di riposo, senza fare nulla di concreto. ma anche io che purtroppo non posso correre, ero costretto ad andar ogni due volte in palestra a vedere gli altri correre, perché altrimenti risultavo assente . credo che la scuola (non solo nei riguardi dei disabili) debba esser più concreta. questo è vero soprattutto perché i ragazzi vengono fuori senza un briciolo di pratica. per esempio allestire all’interno della scuola(o esternamente) una piccola cucina dove insegnare ai ragazzi preparare cibo può esser utile sia personalmente che anche per un futuro lavorativo come aiuto cuoco o cameriere. anche perché come io mi sentivo inutile in palestra penso a un ragazzo con problemi di capacita cognitiva in una lezione di chimica 🙂
io vorrei davvero si potesse costruire una scuola più pratica e non legata a regole burocratiche. giornate al parco oppure al supermercato sarebbero utili per tutti. io lancio una sfida, tutte le scuole si accordino con un azienda locale per far imparare un mestiere ai ragazzi disabili. ci proviamo ?